Temple Grandin, il film


Dal film su Temple Grandin, un episodio molto coinvolgente.

Il bullismo

La vita di Temple Grandin è un grande esempio di come possa essere difficile per una persona con autismo vivere la quotidianità, con gli atti di bullismo, con la derisione dei compagni, la difficoltà nel comprendere le regole implicite nella comunicazione e i conseguenti fraintendimenti. Temple ha anche spiegato che rotolare, girare su se stessi, è un modo per cercare di calmarsi, dopo esser stati esposti a troppi stimoli percettivi o a situazioni che nelle persone con autismo causano stress. È stata presa in giro anche perché parlava troppo veloce o per gli attacchi di panico.

Affrontare le sfide della scuola

Nonostante questo, la madre ha spinto la figlia a frequentare la scuola e questo, nonostante le difficoltà, ha fatto sì che Temple imparasse delle regole che poi le sono servite nella vita. Come ha detto lei stessa: “Si sono aperte delle porte”. In un altro video che abbiamo inserito in un articolo precedente (a questo indirizzo), si vede Temple che prende la parola ad un meeting sull’autismo (nel 1981) e stupisce tutti per quello che è riuscita a fare. Da allora, ha tenuto molte conferenze per spiegare cosa sia l’autismo e quanto sia importante la diagnosi precoce per far emergere tutte quelle abilità che sono presenti in forma di capacità, ma che non avrebbero possibilità di emergere, senza degli interventi educativi adatti. Le persone con autismo vanno spinte a migliorarsi. Hanno la capacità di concentrarsi su un interesse particolare e questo va utilizzato per far emergere delle competenze che possono essere utili a loro e alla società, come hanno dimostrato tante persone come, ad esempio, Temple Grandin.

Il senso di colpa

Un altro tema molto importante affrontato in questa parte del film è il senso di colpa che provano i genitori di fronte alle difficoltà dei figli. Le parole dell’insegnante che incoraggiano la madre sono molto toccanti e fanno capire come sia importante il supporto della comunità per le famiglie che hanno dei bambini con autismo.

Different, not less

Infine, quando l’insegnante parla di differenze, la madre sottolinea con prontezza e fermezza che la figlia è diversa ma non da meno, non inferiore (different, not less). Le persone con autismo hanno un diverso modo di percepire il mondo e i ‘neurotipici’ non riescono ad interpretare alcuni dei comportamenti che hanno, tendendo in questo modo a farsi delle idee sbagliate su di loro, a giudicarle come persone cui manca qualcosa. La maggior parte delle persone autistiche, invece, non ha patologie. Hanno un modo diverso dagli altri di vedere il mondo, sono sensibili a dei dettagli che noi non rileviamo neanche, ma non sono, appunto, inferiori. Chi stabilisce quale sia il modo giusto di vedere il mondo? Le differenze dal punto di vista neurologico sono una possibilità dell’essere umano e, se si ha consapevolezza dell’autismo, possono essere impiegate in modo proficuo in società. Occorre migliorare la capacità che hanno di comunicare con i neurotipici, spiegando loro tutte quelle regole implicite nella comunicazione che per loro non sono comprensibili in modo intuitivo come per noi. Questo serve a loro per integrarsi nella società e a noi per comprenderli meglio. Anche noi dobbiamo comprendere meglio il loro modo di comunicare per creare una società migliore. A questo serve la giornata della consapevolezza sull’autismo: ad avvicinare due modi diversi, nessuno migliore dell’altro, di vedere il mondo.