D.M. 27/12/2012 sui BES in chiave ICF, sui CTS e CTI

Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica

Il nostro modello di integrazione scolastico è riconosciuto come un riferimento per le politiche di inclusione in Europa. Il decreto vuole dare un nuovo assetto ad alcuni aspetti del sistema dell’inclusività, in una visione che concorda con quella del modello ICF dell’OMS, che considera la persona nella sua interezza, in un’ottica bio-psico-sociale. Attraverso questo modello vengono individuati i Bisogni Educativi Speciali (BES) dell’alunno.

Nel decreto si sottolinea la necessità di potenziare la cultura dell’inclusione per mezzo di “una più stretta interazione tra tutte le componenti della comunità educante. In tale ottica, assumono un valore strategico i Centri Territoriali di Supporto, che rappresentano l’interfaccia tra l’Amministrazione e le scuole e tra le scuole stesse in relazione ai Bisogni educativi Speciali. Essi pertanto integrano le proprie funzioni – come già chiarito dal D.M. 12 luglio 2011 per quanto concerne i disturbi specifici di apprendimento – e collaborano con le altre risorse territoriali nella definizione di una rete di supporto del processo di integrazione, con particolare riferimento, secondo la loro originaria vocazione, al potenziamento del contesto scolastico mediante le nuove tecnologie, ma anche offrendo un ausilio ai docenti secondo un modello cooperativo di intervento”.

Il D.M. 27 dicembre 2012 sui bisogni educativi speciali, individuati nell’ottica dell’IC dell’OMS, sui CTS, i centri territoriali di supporto e i CTI.

BES CTS CTI
il D.M. sui BES e sui CTS-CTI